Articolo – 26/01/2018 – AEDE, Marseglia eletto presidente per la quinta volta – di Agata Scarafilo – Pubblicato sul sito di “Scuola e Amministrazione”
L’Associazione europea degli Insegnanti ha eletto presidente il professor Silvano Marseglia. Intervistato da Agata Scarafilo, riflette sul futuro della scuola in Europa
È un italiano a ricoprire, ancor una volta, l’incarico di presidente europeo AEDE (Associazione Europea degli Insegnanti). Rieletto per la quinta volta consecutiva, il prof. Silvano Marseglia (ex Dirigente Scolastico), continua da avere la stima professionale a livello europeo sia come persona che come professionista esperto del mondo della Scuola. Le elezioni si sono svolte, l’11 e il 12 gennaio 2018, nello splendido scenario del Parlamento Europeo a Strasburgo. In apertura dei lavori del Congresso sono state ammesse le nuove sezioni AEDE della Svezia, Capoverde, Macedonia ed Ucraina.
Il prof. Silvano Marseglia, nel suo discorso di apertura ha messo in evidenza l’importanza della formazione e della scuola per il futuro dell’Europa.
E’ a lui che abbiamo rivolto alcune domande per approfondire il tema della Scuola in Italia nell’ottica anche di quelle che sono le istanze europee.
Prof. Marseglia, grazie ai suoi contatti in Europa e al suo ruolo di presidente dell’AEDE ha potuto conoscere e confrontare diverse realtà in ambito scolastico e formativo. Alla luce della sua esperienza, ci può dire se l’Italia è lontana dal modello di scuola europeo?
Credo che sia necessario precisare che cosa intendiamo per modello di scuola europeo. Ci riferiamo ad una scuola capace di offrire a tutti i cittadini una istruzione di ottima qualità. Una istruzione di qualità è il migliore investimento che una società può fare. Essa è di fondamentale importanza per lo sviluppo personale, sociale e professionale, ed è uno dei modi più efficaci per affrontare le disuguaglianze socioeconomiche e per promuovere l’inclusione sociale. Sappiamo bene che i principali responsabili dei sistemi di formazione sono i singoli Stati. L’Italia ha adottato riforme significative ed ha fatto grandi progressi per migliorare l’istruzione come dimostra la percentuale sempre maggiore di giovani in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore. E’ stato limitato molto il fenomeno dell’abbandono scolastico anche se risulta quasi impossibile eliminarlo del tutto. C’è da lavorare ancora per migliorare le competenze di base, come suggeriscono le indagini PISA-OCSE. E’ assolutamente necessario compiere maggiori progressi nel settore della occupabilità dei giovani laureati e diplomati. In questo settore siamo ancora lontani dall’obiettivo dell’82% previsto per il 2020 dall’Unione Europea.
Nel complesso, comunque, mi sento di poter affermare che la scuola italiana non è assolutamente lontana dal modello europeo. Al contrario essa può rappresentare un punto di riferimento per altri.
La scuola tra i pilastri su cui costruire il futuro dell’Europa: questo l’assunto alla base del lavoro di Silvano Marseglia, rieletto presidente AEDE
Quali secondo lei sono (se ce ne sono) i “punti di forza” in Italia, e quali invece le criticità da superare?
Uno dei primi punti di forza, in Italia, è certamente l’applicazione dell’Obbligo Scolastico fino a 16 anni; è questa una grande realtà già da tempo. Inoltre, la scuola italiana è impegnata in una costante modernizzazione e nel miglioramento continuo della qualità. Grazie all’impegno dei docenti, che in Italia continuano ad operare per vocazione, nella scuola italiana c’è un impegno costante per dotare i giovani delle conoscenze, delle attitudini e delle competenze che possano consentire loro di cogliere nuove opportunità. Un aspetto molto critico riguarda, soprattutto, la scuola secondaria superiore. I giovani che escono da questa scuola si trovano di fronte ad una grande sfida che è quella di rispondere alla richiesta di competenze d’alto livello da parte della società e dell’economia. Nonostante l’impegno della scuola e degli stessi studenti permane un grande divario fra la richiesta di competenze avanzate dal mondo del lavoro e le competenze che i giovani hanno maturato attraverso la formazione scolastica. Si verifica, pertanto, che esistono posti di lavoro che non possono essere ricoperti per mancanza di richiedenti con competenze specifiche.
Lei ha potuto anche conoscere quei meccanismi messi in atto da altri Paesi circa il riconoscimento del merito sia nei confronti dei Dirigenti Scolastici che nei confronti dei docenti. Ritiene che a tale riguardo la Legge 107/2015 (La buona Scuola) abbia tracciato la giusta strada per il riconoscimento del merito?
E’ questa una domanda molto impegnativa. In alcuni Stati Europei gli Ispettori ed i Dirigenti Scolastici, se vogliono confermare il ruolo nel quale si trovano, devono ripetere il concorso ogni tre o quattro anni. Attraverso il nuovo concorso si valuta tutta l’attività svolta e gli obiettivi conseguiti dal candidato negli anni precedenti. In sostanza c’è una valutazione del merito che si traduce nella conferma o meno nel ruolo, con notevole miglioramento economico, oppure in una penalizzazione con la restituzione al ruolo di provenienza. Il riconoscimento del merito comporta, pertanto, un notevole miglioramento economico permanente. L’attività dei docenti in molti Stati è monitorata con attenzione in riferimento ai risultati conseguiti. Gli effetti positivi di tale monitoraggio si traducono in scatti stipendiali permanenti. Ritengo, pertanto, che si sia sulla giusta strada nel parlare della necessità di riconoscere il merito, ma sia necessario apportare dei miglioramenti consistenti in questo settore.
Si parla spesso dei paesi del Nord Europa come modello di scuola moderna, secondo lei in queste scuole, tipo la Svezia, arrivano più risorse o si tratta semplicemente di un modo diverso di concepire la Scuola e di mettere in atto un’organizzazione, anche delle risorse professionali, che consenta di garantire l’apertura della Scuola a tutto campo?
Quando parliamo di scuole del Nord Europa ci riferiamo, fondamentalmente, alla Finlandia, alla Svezia, ai Paesi Bassi, ed altri. In questi Paesi esiste una notevole interconnessione tra le Istituzioni locali, soprattutto l’Ente comunale, e la scuola. C’è grande attenzione per l’attività scolastica a tutti i livelli. Questa si sviluppa per l’intera giornata, dal lunedì al venerdì, con la mensa interna anche nella scuola secondaria superiore. I docenti restano all’interno della scuola a disposizione degli studenti per la correzione degli elaborati e per dare chiarimenti. La formazione di classi non numerose facilita molto la collaborazione tra docenti ed alunni. Le aule, ben attrezzate con strumenti finalizzati alle discipline di insegnamento, restano sotto la responsabilità dei docenti che restano stabilmente nella loro aula. Sono, invece, gli alunni a spostarsi da un’aula all’altra nelle varie ore di lezione. Penso che qualche passo avanti dovremmo farlo anche noi almeno nella Scuola Media e nella Secondaria Superiore.
Marseglia: “Un ufficio di segreteria efficiente e consapevole del proprio ruolo è un indispensabile supporto per l’attività del Dirigente scolastico e dei docenti”
Quando in Italia si parla di Scuola spesso ci si dimentica del lavoro prezioso del personale ATA: per molti la Scuola è rappresentata unicamente dai Dirigenti Scolastici, dai docenti e dagli alunni, tanto che spesso la gente si meraviglia del perché le Segreterie siano aperte anche durante la sospensione delle attività didattiche. Cosa ci può dire in merito?
Personalmente ho sempre riconosciuto la grande importanza del personale ATA, ed in particolare degli uffici di segreteria, per il buon andamento della scuola. La Segreteria, in particolare, rappresenta a mio parere, lo zoccolo duro sul quale si innesta tutta la vita della scuola. L’insieme degli assistenti amministrativi, coordinata dal Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi, con una specifica preparazione, riesce a dare un contributo indispensabile per la vita della scuola, dalla gestione del protocollo al coordinamento dei vari settori, docenti, alunni, alle tante incombenze legate al bilancio, ai progetti ed alle innumerevoli altre attività. Senza l’impegno del personale di questi uffici, che si sviluppa anche quando l’attività didattica è sospesa, la Scuola sarebbe paralizzata. Un ufficio di segreteria efficiente e consapevole del proprio ruolo è un indispensabile supporto per l’attività del Dirigente scolastico e dei docenti. Molto importante è la figura del Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi alla quale viene spesso, ingiustamente, negato il giusto riconoscimento considerandola una figura subalterna. Molto importante la figura dei collaboratori scolastici, che in altri paesi d’Europa sono in numero inferiore rispetto all’Italia perché l’attività di pulizia viene affidata a personale esterno. Da noi il numero maggiore dà garanzia di una migliore attenzione nei riguardi degli alunni. Personalmente ho sempre creduto nell’importanza del personale ATA e se qualcosa di buono ho fatto come Dirigente Scolastico lo devo anche al grande supporto che ho sempre ricevuto da parte di tutto il personale ATA.