Corriere.it – 22/10/2010 – Congedo obbligatorio: due settimane ai padri – L’Europarlamento: neomamme a casa per cinque mesi.
STRASBURGO – L’Europarlamento apre per l’Italia la possibilità di non discriminare più gli uomini nella concessione dei congedi parentali. Nell’aula di Strasburgo è stata approvata una proposta legislativa, orientata principalmente a migliorare le condizioni delle lavoratrici incinte, che introduce anche «almeno due settimane» di assenza dal lavoro a paga completa per il padre naturale del neonato anche se l’unione non è formalizzata dal matrimonio. «Già 19 Paesi Ue prevedono varie forme di congedo parentale per il genitore maschio e l’Italia non è tra questi», ha dichiarato al Corriere la relatrice del rapporto, la socialista portoghese Edite Estrela, che si è detta orgogliosa di aver aperto la strada alla cancellazione di questa «discriminazione contro gli uomini».
L’intervento principale dell’Europarlamento, che ha aumentato le settimane minime di congedo di maternità per le madri da 14 a 20, non avrà invece impatto in Italia, dove è già un diritto acquisito. Viene però aumentato al 100% della retribuzione il contributo attualmente limitato all’80% (la copertura totale è stata finora ottenuta solo attraverso gli integrativi aziendali). «Non è accettabile che le famiglie vengano penalizzate per il fatto cha abbiano dei bambini – ha continuato la Estrela -. I figli sono una ricchezza per l’Europa, che ha un problema di diminuzione del tasso di natalità». Gli eurodeputati, pur introducendo delle flessibilità per i Paesi dove esiste un regime di congedo parentale, hanno migliorato il testo rispetto alla proposta della Commissione europea (concedeva solo 18 settimane e solo sei al 100% della retribuzione). Altri interventi puntano a garantire le donne prima e dopo la nascita del bambino nel mantenimento del posto di lavoro e nel recupero completo del ruolo precedentemente occupato.
L’alto numero di emendamenti votati in aula dà l’idea dei contrasti che hanno accompagnato il dibattito politico fino a spaccare al voto i gruppi dei popolari (Ppe) e dei liberali (Alde). Il rapporto finale della Estrela è passato con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astensioni. Gli eurodeputati italiani lo hanno appoggiato compatti in modo trasversale.
Adesso inizia la conciliazione con i governi dei 27 Stati membri. La vicepresidente della Commissione europea, la lussemburghese Viviane Reding, ha giudicato «ambiziosa» la linea dell’Europarlamento. Germania, Francia e Gran Bretagna hanno espresso riserve a causa dell’aumento dei costi per le finanze pubbliche. Ma proprio su questo punto la Estrela si è battuta con fermezza per ottenere consensi anche nel Ppe e nell’Alde, sostenendo che «i governi Ue, dopo aver salvato le banche e le imprese, devono dimostrare la stessa disponibilità verso le famiglie»…. continua a leggere