Dottrina per il Lavoro/DPL di Modena – 16/11/2015 – Articolo: Licenziamento ed uso personale della e-mail
Pubblicato il 14 nov 2015 – Articolo di approfondimento di Eufranio Massi per Generazione Vincente
“Con una sentenza del 2 novembre 2015 la Corte di Cassazione è intervenuta dichiarando illegittimo il licenziamento di un lavoratore accusato di aver utilizzato la casella di posta elettronica e di aver navigato in internet, per propri scopi, durante la prestazione lavorativa.
L’antefatto che ha dato luogo al recesso per giusta causa, peraltro rigettato anche dai giudici di merito nei due gradi di giudizio, parte dalla constatazione che il dipendente aveva disapplicato le disposizioni aziendali, rinnovate più volte, con le quali si richiamava il personale “ad un uso più attento della strumentazione aziendale” cosa che, nel caso di specie, avrebbe integrato “la violazione del dovere di obbedienza previsto all’art. 2104 c.c.”. Il datore di lavoro ha, nello specifico, contestato l’installazione sul computer personale, di proprietà aziendale, di programmi coperti da copyright e di software tali da comportare un uso improprio dello strumento, anche perché attuato in aperta violazione dell’art. 64 della legge n. 633/1941, con il rischio di una responsabilità civile del datore di lavoro. Dalla reiterazione della condotta ne sarebbe scaturita una ipotesi disciplinare aggravata rispetto alla infrazione del codice disciplinare prevista nella contrattazione collettiva.
La Suprema Corte si è trovata anche a decidere sulla richiesta del dipendente (non riconosciuta) di un risarcimento del danno avanzata dal lavoratore, ma rigettata dal giudice di appello, determinata da un “preteso danno alla professionalità, alla vita di relazione ed alla natura ingiuriosa del licenziamento”, cosa non ritenuta congrua essendo ritenuti sufficienti le conseguenti di natura economica e contributiva scaturenti dall’applicazione dell’art. 18 della legge n. 300/1970 in materia di reintegra per insussistenza della giusta causa.
Ma in quale modo la Cassazione è giunta al rigetto dell’istanza del datore di Lavoro?….continua la lettura“