Euroedizioni – 28/08/2014 – Cosa prevedono le Linee Guida sulla scuola
Mancano poche ore alla presentazione delle Linee guida sulla scuola al Consiglio dei ministri ed è un gran parlare, un annuncio clamoroso da parte di Renzi e Giannini, come se ci trovassimo ad una svolta epocale, specie perché l’interesse sembra concentrarsi maggiormente sugli insegnanti, perché “nell’istruzione c’è il futuro del Paese”..
Le indiscrezioni e le dichiarazioni del premier e del ministro comunque prospettano grosse novità:
Addio supplenti – Per contenere i costi delle supplenze, sinonimo di precariato e che, dalle materne alle superiori, costano allo Stato 3,5 miliardi di euro, il Governo pensa alla creazione di una sorta di riserva di insegnanti, svincolati da cattedre, arruolati con contratti triennali e vincolati a singoli istituti o piccoli gruppi di scuole.
100mila assunzioni – Lo hanno anche annunciato premier e ministro, per combattere il precariato, si pensa di assumere 100mila docenti, che potrebbero arrivare a 120mila qualora si riuscisse a trovare le coperture. In questo modo si taglierebbe sostanziosamente la lista dei precari, dando il via ad un progetto che potrebbe completarsi nell’arco di un quinquennio.
Meritocrazia e busta paga – Come ha già evidenziato Gianni al meeting di Rimini, la scuola deve premiare il merito, e poiché è difficile individuare i più bravi (la qualità), si premierà la quantità: più ore si lavora, più si guadagnerà. Il docente che dedicherà più tempo alla scuola, oltre al proprio orario di lezione, con corsi di recupero, lezioni integrative e altre iniziative formative, potrà guadagnare 200 euro mensili in più.
Formazione continua – La formazione degli insegnanti sarà un altro capitolo interessante e dovrebbe avere un peso notevole nella riforma.
Autonomia scolastica – Per rilanciare la scuola, si pensa di puntare anche sull’ampliamento dell’autonomia. Pur se le istituzioni scolastiche possono modellare la propria offerta formativa utilizzando le quote di autonomia previste dalla riforma Gelmini (il 20 per cento del monte ore annuale), non hanno potuto fruire delle risorse economiche e di personale, per dare corso a questa opportunità. Si pensa, quindi, ad una maggiore quota di flessibilità dei curricoli per venire incontro alle esigenze dei territori, sempre che le scuole siano messe nelle condizioni di sfruttarla.
Programmi e competenze degli studenti – Si evidenzia la necessità di modernizzare i programmi di insegnamento di tutto il percorso scolastico, dall’elementare al superiore, per dare concretezza alla Informatizzazione e per valorizzare l’insegnamento della lingua inglese, così da mettere i nostri giovani al passo con i coetanei europei e disegnare un più stretto legame tra mondo del lavoro e scuola. Si vorrebbero anche recuperare discipline come Storia dell’Arte, Geografia, penalizzate dalla riforma Gelmini, un’operazione per cui, comunque, occorrerà modificare i curricoli.
Orario di insegnamento – Al momento sembra accantonata l’idea di incrementare l’orario di servizio fino a 36 ore settimanali.
Scuola privata – Si afferma l’intenzione del governo, suggerita dal ministro Giannini, di aprire ai finanziamenti alle paritarie per rendere effettivamente libera la scelta tra scuola statale e paritaria da parte delle famiglie.
Istituti professionali e alternanza scuola-lavoro – L’idea del Governo è quella di potenziare l’alternanza scuola-lavoro per ridurre coloro che abbandonano precocemente gli studi e offrire al mercato le professionalità che, anche in tempi di crisi, le aziende non riescono a reperire.
Scuola superiore – Non sembra ci sono indiscrezioni circa la riduzione del percorso scolastico superiore da cinque a quattro anni. In proposito è stata chiara la ministra Giannini: “Portare a quattro anni il ciclo delle medie superiori per equiparare l’età di congedo scolastico a quella di molti altri paesi non può essere il frutto di un calcolo da spendig review. Ci vorrà molto tempo per mettere a regime la nostra proposta, ma non dobbiamo guardare ai prossimi mesi. L’orizzonte è quello dei prossimi trent’anni. Chi nasce oggi va a scuola nel 2018 ed esce nel 2038. La scuola che cambiamo adesso arriverà a destinazione allora”.
La maturità – Tra le novità possibili la rivisitazione della terza prova scritta e l’estensione della Clil nel colloquio finale.
Finanziamenti – Stando alle ripetute dichiarazioni di Renzi, si parla di investimenti per un miliardo di euro nella scuola. Una cifra sostanziosa ma che non si chiarisce se nuovo rispetto al miliardo impegnato per l’edilizia scolastica.
Quota 96 – Non sembra che il Piano-scuola preveda la soluzione della questione. Intanto, giorno 29 è prevista la manifestazione proprio dei 4mila bloccati a dalla riforma Fornero
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