Flcgil – 20/05/2021 – Concorso riservato ai Facenti funzione DSGA: finalmente il bando. Ma è limitativo e insufficiente
La riserva limitata solo a chi è in possesso di tre anni di servizio nella funzione e della laurea specifica non rende giustizia a chi da anni svolge questo lavoro con il solo diploma.
Finalmente il Ministero ha preso atto, dopo anni di sollecitazioni e di lotte da parte degli interessati e della FLC CGIL, che una riserva di posti e un concorso con procedura riservata per gli Assistenti Amministrativi Facenti Funzione di DSGA è operazione giusta e doverosa, inevitabilmente da fare.
Infatti oggi, 19 maggio 2021, si è svolto un incontro in videoconferenza presso il Ministero dove è stata annunciata l’imminente emanazione del bando di concorso riservato ai Facenti Funzione di DSGA.
È il caso di dire: era ora!
Tuttavia restano quelle discutibili procedure di svolgimento che abbiamo proposto di migliorare:
- solo un’ora per la risposta ai quesiti: va aumentato il tempo a disposizione del candidato;
- eccessivo il numero di quesiti basati sulla conoscenza di norme giuridiche: vanno invece incrementate quelle relative alla gestione amministrativa scolastica e ridotte le prime;
- un limite minimo di punteggio scaturente dai quesiti: limite che non ha ragione di essere dal momento che devono essere valutati ancora i titoli da aggiungere e che potrebbero fare la differenza per il punteggio finale;
- quel che non va bene è che si limiti l’accesso al concorso solo a chi possiede, oltre i tre anni di servizio come facente funzione, anche il titolo di studio specifico.
C’è qualcosa che non va in questo ragionamento: utilizzare per anni personale senza titolo, che va bene, per un’emergenza che, dopo anni, diventa normalità… e infine tagliarlo fuori.
Una misura che suona come un “benservito” e che la FLC CGIL, per ragioni talmente evidenti, rigetta senza nemmeno argomentare.
La FLC CGIL, insieme alle altre OOSS, ha ripetutamente sollecitato il Ministero e la politica al fine di prevedere una procedura riservata anche per quei colleghi sprovvisti di titolo di studio specifico. A tale scopo sono stati presentati numerosissimi emendamenti che, seppure depositati dai vari parlamentari, sono stati ripetutamente bocciati dalle Commissioni o dal MEF, quasi sempre con motivi pretestuosi (mancata copertura finanziaria).
Siamo fermamente convinti che tale obiettivo, per una questione di equità e di giustizia nei confronti dei colleghi, debba invece essere perseguito. Pertanto, qualora la politica dovesse essere ancora una volta sorda alle nostre richieste, daremo battaglia legale nelle opportune sedi giudiziarie, fornendo la tutela individuale a coloro che ne faranno richiesta per ampliare la platea dei partecipanti.
Per noi la partita non è chiusa e abbiamo attivato il confronto.