Tecnicadellascuola.it – 25/09/2010 – Scongiurato il blocco degli ‘scatti d’anzianità’, almeno per ora
Contrariamente a quanto stabilito dalla Finanziaria 2010, i lavoratori interessati al passaggio di fascia retributiva si sono visti corrispondere l’aumento con lo stipendio di settembre. Ciò malgrado non fosse stato emanato il decreto del Miur per “dirottare” i risparmi derivanti dalla L. 130/08 sul capitolo retribuzioni. Sui perché dell’operazione i sindacati si confermano spaccati.
Il blocco triennale degli stipendi per il personale scolastico, fissato dalla Legge Finanziaria 2010, sembrerebbe scongiurato: in base a quanto dichiarato dai sindacati risulterebbe che diverse decine di migliaia di lavoratori, docenti e Ata, interessati agli ‘scatto automatici’ periodici avrebbero percepito l’aumento stipendiali con il cedolino (ormai elettronico) di settembre. Il passaggio di fascia retributiva periodico, che in media per un docente corrisponde (ogni 5-8 anni) ad una maggiorazione di un centinaio di euro, è stato così regolarmente assegnato.
La notizia è giunta quando ormai gli stessi sindacati sembravano rassegnati al contrario: del decreto che il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelimini, avrebbe dovuto emettere – come da accordi presi lo scorso 4 agosto con le organizzazioni che hanno sottoscritto il contratto in vigore – per stabilire le modalità di “dirottamento” del 30% dei risparmi derivanti dalla Legge 133/08 agli aumenti retributivi generalizzati, non vi è ad oggi alcuna indicazione.
Tra i sindacati la notizia del pagamento degli incrementi automatici di stipendi ha riscosso commenti di soddisfazione, ma sulla base di diverse considerazoni: da una parte le organizzazioni firmatarie di contratto hanno espresso fiducia, dall’altra la Flc-Cgil continua a vedere il “bicchiere mezzo vuoto”.
Per il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, “gli scatti pagati a settembre sono un primo importante e positivo segnale, coerente con gli impegni che il ministro Gelmini ha esplicitamente confermato nell’incontro con i sindacati del 4 agosto”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola, per il quale si tratta di “un risultato utile per i lavoratori della scuola, conseguito grazie all’azione congiunta, determinata, intelligente e utile dei sindacati scuola Cisl, Uil, Snals, Gilda. Viene quindi smentito chi non ha creduto nel confronto e nella capacità di trattativa del sindacato e si è limitato a protestare”. Il polemico riferimento del segretario della Uil Scuola è alla Flc-Cgil. E Scrima non è da meno: “non c’è stata sugli scatti alcuna ‘intesa truffaldina’, ma solo un lavoro costante e serio che la Cisl, insieme ad altri, ha svolto e sta conducendo a buon esito, in un quadro di straordinaria complessità e difficoltà”.
Per il sindacato di Pantaleo però ci sarebbe poco da rallegrarsi: l’obiettivo del governo rimarrebbe sempre quello di “eliminare tutti gli scatti di anzianità, per sostituirli con meccanismi di carriera non più legati all’esperienza”. Ai lavoratori della conoscenza “non risulta né che la manovra sia stata modificata, né che vi sia alcun decreto e neppure che su questo i sindacati siano stati sentiti. Il problema quindi rimane tutto”.
Allora perché, se così fosse, i lavoratori si sono ritrovati l’aumento stipendiale in busta paga? La Flc-Cgil sostiene, anche se sulla base di “fonti ufficiose del Ministero del Tesoro”, che l’applicazione degli incrementi stipendiali è stata voluta dal “Ministro, onde evitare di gettare ulteriore benzina sul fuoco”.
Poco fiducioso per il comportamento del Governo appare anche Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, secondo cui “in realtà, non c’è alcuna novità e la situazione resta immutata, perché l’attribuzione degli scatti di settembre è dovuta semplicemente a quanto disposto dalla manovra Finanziaria, che stabilisce il blocco degli stipendi per il triennio 2011-2013. Poiché il 2010 non è ancora terminato, gli scatti accreditati con gli stipendi di settembre non rappresentano affatto un passo indietro da parte del Governo”. Insomma, se anche sugli aumenti degli stipendi c’è così poca compattezza, per i sindacati della scuola l’uniformità di vedute appare sempre più lontana.