Tecnicadellascuola.it – Al vaglio del Governo una S.p.A. per migliorare la gestione delle scuole
L’indiscrezione, riportata da un quotidiano economico nazionale, se confermata andrebbe a stravolgere l’attuale suddivisione di competenze: la ‘Società per azioni’ si occuperebbe delle infrastrutture, ma anche del sostegno agli studenti e della qualificazione del personale. Il piano, forse pronto già per fine ottobre, sarà interministeriale. Ma ancora una volta prima servirà il parere di Tremonti.
La soluzione ai problemi di gestione della scuola italiana? Potrebbe risiedere in una ‘Società per azioni’, finalizzata specificatamente a migliorare l’assistenza strutturale e l’organizzazione generale dei circa 42.000 edifici scolastici italiani e delle oltre 10.000 dirigenze. A sostenerlo, domenica 10 ottobre, è un servizio di un quotidiano economico nazionale, che avrebbe a sua volta pubblicato delle indiscrezioni su un innovativo studio del Governo.
Secondo quanto riportato, la S.p.A. non si limiterà alla gestione delle infrastrutture (di competenza per legge dei Comuni, per quanto riguarda gli istituti che ospitano corsi dalla scuola d’infanzia fino alle medie, e delle province per tutte le scuole superiori), ma si occuperà anche di servizi aggiuntivi come il sostegno agli studenti e la qualificazione del personale.
Alla ‘Società per azioni’ sarebbe quindi conferita la proprietà degli immobili ed il rendimento sarebbe garantito dal canone di locazione, sostenuto da Comuni e Province. Teoricamente anche gli enti previdenziali potrebbero entrare nel capitale della Spa, cui potrebbe essere assegnata una parte dei finanziamenti destinati dal Cipe all’edilizia scolastica per la messa in sicurezza degli edifici esistenti.
Sempre secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano, i tempi di attuazione del progetto sarebbero tutt’altro che lunghi: il piano, infatti, dovrebbe essere già pronto per la fine di ottobre. A seguito della complessità dell’iniziativa, che coinvolge più ambiti ed organismi, è previsto il coinvolgimento attivo di tre ministeri: Economia, Istruzione e Infrastrutture. L’attuazione del piano è però vincolata solo al primo: ancora una volta le sorti della scuola si incrociano con le decisioni del ministro Tremonti.